La proiezione è una dinamica del Corpo della Personalità che influenza molto il comportamento. Essa avviene quando affiora nell’Uomo una particolare convinzione, idea o sensazione, che distorce radicalmente la visione del mondo circostante; l’idea interna e il sentire si frappongono tra il soggetto e l’oggetto. In altre parole, durante questo tipo di dinamica, le idee del soggetto vengono proiettate all’esterno sull’oggetto e questo rende difficile vedere il mondo com’è in realtà. Una delle forme di proiezione più comune è quella di esperienze passate sul momento presente. Ad esempio ci sono individui che, dopo storie d’amore in cui sono rimasti disillusi e feriti, quando trovano una persona che li ama, vivono nel terrore che il fidanzato/a ripeta gli errori del precedente o si vengano a creare situazioni che porteranno ad ulteriori sofferenze. Un altro esempio è il caso in cui un bambino viene morso da un cane e trent’anni dopo, camminando fuori dal supermercato, né incontra uno della stessa razza di quello che lo morse. Anche se il cane non gli presta la minima attenzione, lui percepisci un improvvisa ondata di paura ed il forte impulso a fuggire lontano da quel posto. Le esperienze passate rimangono impresse nei campi energetici dei Corpi Sottili, in particolare nel campo magnetico del terzo Corpo, pregiudicando il nostro “vivere nel momento presente” per ciò che è realmente, proiettandoci sopra ricordi del passato. Sia quando si pratica uno sport, in una relazione d’amore o quando entriamo in un nuovo mondo lavorativo, esiste la tendenza a vedere attraverso il velo delle passate esperienze. Ma quando accade questo siamo spesso inconsapevoli che ciò che vediamo, condizionato dal passato, potrebbe essere radicalmente diverso dalla realtà. Provate adesso a pensare ad esperienze della vostra vita che continuate a proiettare sul presente, anche se si tratta di episodi innocenti, come il disgusto per i broccoli perché siete stati costretti a mangiarli da bambini. Potresti non ricordare il motivo di determinate avversioni o paure, il ricordo reale potrebbe essere sepolto nella memoria, ma l’impulso energetico rimane. Una significativa, quanto comune, forma di proiezione, è quella su altre persone: accade sempre, giorno dopo giorno, con esperienze associate talvolta a forti emozioni, sproporzionate all’episodio effettivo. Ad esempio abbiamo richiesto un particolare periodo di ferie e ci sono state rifiutate, oppure cercavamo di ottenere una promozione ma è stato scelto un’altro al nostro posto o più in generale cercavamo qualche tipo di approvazione, di permesso che c’è stato negato. All’improvviso il mondo che ci sembrava piacevole e luminoso diventa cupo, ci sentiamo come se tutti ce l’avessero con noi e un pungente senso di angoscia ci pervade. Nonostante i migliori sforzi per non lasciarci disturbare, sembra non esserci niente da far, ritrovandoci risucchiati in un vortice di spiacevoli emozioni. Per il resto del giorno la Mente si trasforma in un avvocato, raccoglie prove per giustificare lo stato emotivo e molte ragioni per sostenere la convinzione di essere stato trattato ingiustamente. Allo stesso tempo sorge un senso di impotenza che rende lo scenario ancora più cupo, sentiamo di non avere scelta perché magari se discutiamo col capo, verremo licenziati e con una famiglia a carico non potremmo permetterci questo. Potrebbe anche essere vero che il capo si è comportato in modo irragionevole, oppure che la nostra richiesta era fuori luogo, ma in ogni caso perché sperimentiamo emozioni così travolgenti? Queste esperienze possono spiegarsi come traumi infantili risvegliati, in cui una figura autorevole, come un genitore o un insegnante, ha schiacciato i nostri tentativi di affermare i desideri personali. La vecchia ferita viene riaperta, catapultandoci di colpo nello stesso stato emozionale in cui ci eravamo sentiti durante l’episodio infantile. Queste spiegazioni psicologiche possono essere molto d’aiuto, ma a volte la radice si trova più in profondità nel passato di quanto possiamo immaginare. In questo caso, in termini psicologici, il capo non è soltanto il capo, ma è l’ultima manifestazione dell’antico stereotipo del “tiranno”, di cui si è fatta esperienza in molte vite passate. Quando guardiamo il capo ci sono buone probabilità che inconsciamente si proiettino le nostre esperienze di vite passate, riguardanti persone di potere, queste sono le ferite karmiche che vengono toccate, createsi nelle varie incarnazioni ed incise sempre più in profondità ad ogni esperienza di impotenza. Metafisicamente si può dire che, dopo molte vite, il modello energetico si sia cristallizzato nei Corpi Sottili di tante persone, dando persino vita a un’impronta collettiva. È proprio tale modello che è stato attivato nell’esempio dell’episodio in ufficio. Non importa scavare nelle vite passate per scoprire le esperienze traumatiche, se riusciamo ad essere consapevoli della distorsione energetica, staremo già curando questa ferita. Quando entra in atto il meccanismo di proiezione è difficile vedere cosa accade nel momento presente e rendersi conto che sono state toccate vecchie ferite, così la Coscienza rimane “chiusa” nel Corpo Magnetico e non riesce a muoversi verso l’accettazione della Mente Superiore. Se i modelli energetici che ci portiamo dietro si purificano, iniziamo a vedere le cose come sono, non proiettiamo più le nostre ferite create da uomini di potere sulla attuali figure autoritarie, poiché quel modello karmico è sparito dalla nostra anatomia sottile. Studiando questo esempio di proiezione sugli altri risulta chiaro che, probabilmente, anche il capo proietta su di noi, forse, l’archetipo della “vittima”. Quando riconosciamo e ci liberiamo di questi schemi, diventa semplice osservare come molte persone non sono capaci di vederci per ciò che siamo, ma proiettano su di noi i loro modelli e le loro ferite. In conclusione, per curare queste distorsioni è sufficiente conoscere queste dinamiche ed osservarci, senza giudizio, nel quotidiano, rendendoci conto di utilizzarle. Qui ho riportato l’esempio dei modelli “tiranno” e “vittima”, ma ce ne sono un’infinità, cristallizzati dentro di noi e solo prendendone coscienza possono essere “purificati”.