Dal momento che l’uomo ha iniziato ad organizzarsi in strutture sociali più complesse delle tribù, al passo con la propria evoluzione, si sono sviluppati dei dogmi su tali strutture che si sono susseguiti in un ciclo di nascita e trascendenza. È proprio il cadere di questi dogmi che provoca le rivoluzioni, quelle che storicamente tutti conosciamo e che hanno condotto il mondo alla condizione odierna.
Ogni rivoluzione offre solo l’illusione di un cambiamento, mentre al di là delle parole, delle etichette, tutto resta com’è sempre stato. Ad esempio, la Rivoluzione Francese, ci mostra come il sangue versato sia stato fondamentalmente inutile per un cambiamento positivo, in quanto dopo il crollo della monarchia si è instaurato un regime del terrore seguito dal primo Impero francese. Adesso, invece, abbiamo una nuova (mica tanto) forma di governo, la Democrazia, che a sua volta si divide in due classificazioni: Diretta o Rappresentativa. Nella prima il potere viene esercitato direttamente (da qui il nome) dai cittadini, che si riuniscono per discutere attivamente di leggi o posizioni politiche, esattamente come avveniva nell’antica Grecia. Nella Democrazia indiretta o Rappresentativa, invece, il potere viene esercitato da rappresentanti eletti dal popolo (il parlamento) ed essendo l’Italia una repubblica parlamentare è ovviamente a Democrazia Rappresentativa, che utilizza come unici strumenti di Democrazia Diretta il referendum, l’iniziativa popolare e la petizione. Il termine Democrazia deriva dal greco démos (popolo) e cràtos (potere), quindi, etimologicamente il significato che assume è “governo del popolo”. Pur quanto questa forma di governo poteva sembrare liberale e perfetta nel dopoguerra, adesso, dopo quasi 70 anni e ben due repubbliche fallimentari, ci avviamo verso una nuova terza repubblica, ben consci di tutti i difetti del nostro sistema. Platone, noto filosofo sostenitore dell’aristocrazia, spiegò nel quinto secolo a.C. come la democrazia rischia di diventare tirannia di conseguenza ai comportamenti demagogici legati all’acquisizione del consenso. La tirannia, però, non è l’unico rischio di degenerazione della democrazia, è altresì possibile che quest’ultima si trasformi anche in oligarchia (alla lettera governo di pochi) ovvero un sistema elitario in cui un gruppo di persone si stabilisce al potere imponendo le proprie leggi. Inoltre, nel sistema democratico attuale, è la maggioranza ad avere più potere, ed è questo fenomeno che in gergo viene definito dittatura della maggioranza. Il quantitativismo politico si palesa anche quando parliamo di voto, in quanto ogni voto ha la stessa valenza, sia che venga da un saggio o da un deficiente. Il sovrano, che sia un singolo individuo oppure il popolo, può prendere decisioni sbagliate o controproducenti per lo scopo prefissato, questa è una caratteristica intrinseca dell’esercizio della sovranità. Fino ad oggi, errando, molti hanno pensato che la democrazia fosse un sistema di governo infallibile, perfetto, tratti in inganno dalla mancata comprensione che la saggezza non è cosa alla portata di tutti. Guardatevi intorno, quante persone sagge conoscete? È questo il problema della democrazia, si basa sul quantitativismo e non sul “qualitativismo”, ovvero sulla quantità dei voti invece che sulla qualità. Sento spesso le persone che si lamentano dei nostri governanti, del fatto che non sono degni di essere chiamati Onorevoli poiché rubano, ingrassano con nostro sudore e sangue, ma queste stesse persone non fanno niente per cambiare le cose, impiegano le loro energie a lamentarsi, non vanno a votare e nemmeno si impegnano a far sentire la loro voce, a dare alternative creative su cui le persone possano riflettere. Concordo con chi critica i nostri governanti, ma il problema non sono loro di per sé, il vero dramma è che qualcuno li ha eletti e continua a fornirgli il consenso, l’illusione di questi personaggi non è ancora finita e le ideologie che incarnano sono divenuti veri e propri dogmi, e sono proprio questi ultimi ad essere l’oppio dei popoli, le catene che da soli ci scegliamo. C’è chi è ancora convinto di essere libero, chi pensa che la libertà sia scegliere cosa mangiare a cena, quale dei centinaia di canali guardare, e non si rende conto che il termine libertà è realmente multidimensionale. La liberta non è soltanto scegliere chi sposare, a che religione aderire, ma soprattutto pensare con la propria testa e non con la mente collettiva, quindi smettere di imitare gli altri, adottare domi preconfezionati, ed andare avanti a mente aperta, senza alcuna idea ad appannarci la vista. Hitler, Mussolini, Stalin, non erano nessuno senza il consenso del popolo e non sarebbero mai arrivati lì se non avessero incarnato il livello di coscienza medio della popolazione. A questo proposito penso che sia il livello di coscienza delle persone che deve aumentare per cambiare veramente le cose, altrimenti andremo avanti come abbiamo sempre fatto: cambiando la forma ma non la sostanza delle cose. La vera rivoluzione incomincia dentro di noi, non fuori, perché nessuna scienza ha mai dimostrato che il mondo è al di fuori della nostra coscienza, anzi la fisica quantistica afferma proprio che non esiste separazione nell’universo e che tutto che vediamo è in realtà un ologramma da noi stessi creato, poiché è l’osservatore a creare la realtà. Secondo i mistici e le nuove frontiere della fisica teorica la realtà che ci circonda è un illusione, lo specchio della nostra attività mentale, ed è impensabile cambiare l’immagine riflessa partendo dallo specchio stesso. È di capitale importanza partire dall’esplorazione di sé stessi per capire le dinamiche che viviamo quotidianamente e che hanno contribuito a creare questo sistema per come lo conosciamo, prenderci la responsabilità di ciò che viviamo perché abbiamo contribuito a crearlo, ed impegnarci in una crescita interiore. Quando la maggioranza della popolazione cambia livello di coscienza, si evolve, tutto cambia di conseguenza e forme di governo mai sperimentate prima diventano disponibili. Quando si parla di nuovi sistemi molti si dimostrano scettici, hanno dimenticato che c’è stato un tempo in cui la democrazia non esisteva e che poi è stata inventata, proprio come un giorno si instaureranno nuovi sistemi. Per concludere, dato che, come detto in precedenza, la democrazia si basa sul quantitativismo, è necessario che la maggioranza aumenti il proprio livello di coscienza per scegliere rappresentati saggi ed in grado di traghettare gli altri verso un ulteriore evoluzione, fino al momento in cui si apriranno nuove, infinite, possibilità di sistemi a misura d’uomo, tutti finalizzati all’evoluzione di coscienza.
Ogni rivoluzione offre solo l’illusione di un cambiamento, mentre al di là delle parole, delle etichette, tutto resta com’è sempre stato. Ad esempio, la Rivoluzione Francese, ci mostra come il sangue versato sia stato fondamentalmente inutile per un cambiamento positivo, in quanto dopo il crollo della monarchia si è instaurato un regime del terrore seguito dal primo Impero francese. Adesso, invece, abbiamo una nuova (mica tanto) forma di governo, la Democrazia, che a sua volta si divide in due classificazioni: Diretta o Rappresentativa. Nella prima il potere viene esercitato direttamente (da qui il nome) dai cittadini, che si riuniscono per discutere attivamente di leggi o posizioni politiche, esattamente come avveniva nell’antica Grecia. Nella Democrazia indiretta o Rappresentativa, invece, il potere viene esercitato da rappresentanti eletti dal popolo (il parlamento) ed essendo l’Italia una repubblica parlamentare è ovviamente a Democrazia Rappresentativa, che utilizza come unici strumenti di Democrazia Diretta il referendum, l’iniziativa popolare e la petizione. Il termine Democrazia deriva dal greco démos (popolo) e cràtos (potere), quindi, etimologicamente il significato che assume è “governo del popolo”. Pur quanto questa forma di governo poteva sembrare liberale e perfetta nel dopoguerra, adesso, dopo quasi 70 anni e ben due repubbliche fallimentari, ci avviamo verso una nuova terza repubblica, ben consci di tutti i difetti del nostro sistema. Platone, noto filosofo sostenitore dell’aristocrazia, spiegò nel quinto secolo a.C. come la democrazia rischia di diventare tirannia di conseguenza ai comportamenti demagogici legati all’acquisizione del consenso. La tirannia, però, non è l’unico rischio di degenerazione della democrazia, è altresì possibile che quest’ultima si trasformi anche in oligarchia (alla lettera governo di pochi) ovvero un sistema elitario in cui un gruppo di persone si stabilisce al potere imponendo le proprie leggi. Inoltre, nel sistema democratico attuale, è la maggioranza ad avere più potere, ed è questo fenomeno che in gergo viene definito dittatura della maggioranza. Il quantitativismo politico si palesa anche quando parliamo di voto, in quanto ogni voto ha la stessa valenza, sia che venga da un saggio o da un deficiente. Il sovrano, che sia un singolo individuo oppure il popolo, può prendere decisioni sbagliate o controproducenti per lo scopo prefissato, questa è una caratteristica intrinseca dell’esercizio della sovranità. Fino ad oggi, errando, molti hanno pensato che la democrazia fosse un sistema di governo infallibile, perfetto, tratti in inganno dalla mancata comprensione che la saggezza non è cosa alla portata di tutti. Guardatevi intorno, quante persone sagge conoscete? È questo il problema della democrazia, si basa sul quantitativismo e non sul “qualitativismo”, ovvero sulla quantità dei voti invece che sulla qualità. Sento spesso le persone che si lamentano dei nostri governanti, del fatto che non sono degni di essere chiamati Onorevoli poiché rubano, ingrassano con nostro sudore e sangue, ma queste stesse persone non fanno niente per cambiare le cose, impiegano le loro energie a lamentarsi, non vanno a votare e nemmeno si impegnano a far sentire la loro voce, a dare alternative creative su cui le persone possano riflettere. Concordo con chi critica i nostri governanti, ma il problema non sono loro di per sé, il vero dramma è che qualcuno li ha eletti e continua a fornirgli il consenso, l’illusione di questi personaggi non è ancora finita e le ideologie che incarnano sono divenuti veri e propri dogmi, e sono proprio questi ultimi ad essere l’oppio dei popoli, le catene che da soli ci scegliamo. C’è chi è ancora convinto di essere libero, chi pensa che la libertà sia scegliere cosa mangiare a cena, quale dei centinaia di canali guardare, e non si rende conto che il termine libertà è realmente multidimensionale. La liberta non è soltanto scegliere chi sposare, a che religione aderire, ma soprattutto pensare con la propria testa e non con la mente collettiva, quindi smettere di imitare gli altri, adottare domi preconfezionati, ed andare avanti a mente aperta, senza alcuna idea ad appannarci la vista. Hitler, Mussolini, Stalin, non erano nessuno senza il consenso del popolo e non sarebbero mai arrivati lì se non avessero incarnato il livello di coscienza medio della popolazione. A questo proposito penso che sia il livello di coscienza delle persone che deve aumentare per cambiare veramente le cose, altrimenti andremo avanti come abbiamo sempre fatto: cambiando la forma ma non la sostanza delle cose. La vera rivoluzione incomincia dentro di noi, non fuori, perché nessuna scienza ha mai dimostrato che il mondo è al di fuori della nostra coscienza, anzi la fisica quantistica afferma proprio che non esiste separazione nell’universo e che tutto che vediamo è in realtà un ologramma da noi stessi creato, poiché è l’osservatore a creare la realtà. Secondo i mistici e le nuove frontiere della fisica teorica la realtà che ci circonda è un illusione, lo specchio della nostra attività mentale, ed è impensabile cambiare l’immagine riflessa partendo dallo specchio stesso. È di capitale importanza partire dall’esplorazione di sé stessi per capire le dinamiche che viviamo quotidianamente e che hanno contribuito a creare questo sistema per come lo conosciamo, prenderci la responsabilità di ciò che viviamo perché abbiamo contribuito a crearlo, ed impegnarci in una crescita interiore. Quando la maggioranza della popolazione cambia livello di coscienza, si evolve, tutto cambia di conseguenza e forme di governo mai sperimentate prima diventano disponibili. Quando si parla di nuovi sistemi molti si dimostrano scettici, hanno dimenticato che c’è stato un tempo in cui la democrazia non esisteva e che poi è stata inventata, proprio come un giorno si instaureranno nuovi sistemi. Per concludere, dato che, come detto in precedenza, la democrazia si basa sul quantitativismo, è necessario che la maggioranza aumenti il proprio livello di coscienza per scegliere rappresentati saggi ed in grado di traghettare gli altri verso un ulteriore evoluzione, fino al momento in cui si apriranno nuove, infinite, possibilità di sistemi a misura d’uomo, tutti finalizzati all’evoluzione di coscienza.