"Gli Astri e l'Universo" di Ambra Guerrucci

"Gli Astri e l'Universo" di Ambra Guerrucci

Non è solo la Terra ad essere nettamente diversa da come ce la dipingono, ma anche le stelle e persino l’intero Universo. La nostra società, con tutti i suoi schemi e quei dogmi che hanno la pretesa di essere scientifici e perciò inopinabili, portano l’uomo a non vedere quel miracolo che ad ogni istante si trova di fronte ai loro occhi. Chi lo vede viene chiamato “sognatore” e spesso dipinto come un individuo con la testa tra le nuvole, di scarsa intelligenza, mentre invece le più grandi scoperte sono arrivate proprio per intuizione a persone con gli occhi pieni di meraviglia. Il bello è che tutte le moderne scienze, dalla  matematica all’astronomia, sono nate grazie a persone con uno spiccato senso della spiritualità o dell’esoterismo. Pitagora, ad esempio, di cui tutti conoscono il famoso teorema, aveva una scuola esoterica tra le più importanti del suo tempo, ma questo non è ovviamente scritto a fianco della spiegazione del teorema. Anche l’astronomia nasce dall’astrologia, così come la chimica deriva dall’alchimia, eppure parlare di tali argomenti ci fa apparire agli occhi di molti come dei “complottisti”. Ogni cosa, ormai istituzionalizzata, ha perso il contatto con la sua origine e da allora è divenuta fredda, schematica e sterile. Abbiamo perso la capacità di guardare il mondo in osservazione vera e sincera, aperta alla continua scoperta a cui la vita ci condurrebbe naturalmente, e sempre più siamo diventati insensibili alla meraviglia che nell’esistenza si esprime. Siamo abituati a inserire tutto nei nostri schemi, banalizzando ogni cosa senza considerarne la multidimensionalità, proiettando sull’esperienza diretta tutto quello che crediamo di sapere. In questo modo molti credono di essere saggi, mentre invece io trovo più saggio Socrate nella sua frase: “so di non sapere”. Non deve essere un pensiero, un’altra convinzione che rimpiazzi quelle vecchie, piuttosto si tratta di una catarsi: scrollarsi di dosso tutto quello che sappiamo e che normalmente proiettiamo sull’osservato. Questo ci porta ad un atteggiamento incredibilmente diverso da quello che adotta la maggior parte dell’umanità e che ci rende estremamente più felici. In questo stato dell’essere ci rendiamo conto che non è importante sapere o non sapere, conoscere mentalmente ed etichettare tutto, piuttosto è fondamentale sperimentare in modo profondo e totale. Non cerchiamo il sapere, ma viviamo veramente ogni attimo. Normalmente si crede di poter fare entrambi, ma se ci focalizziamo sulla forma, su ciò che ne conosciamo o che la società ci ha insegnato a ritenere corretto o scorretto, ecco che non stiamo più Vedendo davvero ciò che guardiamo. Per questo ti ho parlato della Terra e ora ti parlerò delle Stelle: il mio scopo non è crearti degli interrogativi o darti delle conoscenze, piuttosto aprire la tua Mente a ciò che si trova oltre di essa. In questo modo, se mi ascolti senza attaccarti o respingere ciò che dico, potrai usare le mie parole semplicemente come un ponte, per intuire e sentire da solo le cose come stanno, cosa possibile quando gli schemi scompaiono. Dopo questa lunga premessa, che ci tenevo molto a fare per trasmettere il reale motivo per cui ho deciso di parlare del Gioco e del Cosmo, inizierò a spiegare più nel dettaglio quello che la scienza ufficiale non ci racconta, ossia che le stelle sono dei veri e propri portali e non delle “palle di fuoco” nel cielo. Quando si parla di portali ci si immagina normalmente qualcosa di proporzionato alla grandezza di noi uomini, alto al massimo qualche decina di metri e per questo risulta strano parlare del Sole negli stessi termini. In verità, esattamente come ho detto per il centro della Terra, il termine portale non è effettivamente calzante alla perfezione, ma rende almeno l’idea del fatto che da dentro il Sole non si percepisca un confine. La razionalità farà grande fatica a comprendere il concetto, proprio perché la dimensione che si trova al di là delle stelle si trova anche oltre la Mente Schematica. Non esiste un etichetta ufficiale da attribuirgli, anche se a scopo comunicativo ho chiamato questo “luogo” senza spazio né tempo Super-Coscienza Maschile, diversa da quella che si trova al centro del pianeta e che chiamo Super-Coscienza Femminile o anche Super-Energia. Le stelle, in questo senso, non solo altro che giganteschi buchi nell’illusione ed attraversandoli si raggiunge un luogo privo dei limiti che costituiscono il Gioco Cosmico: senza spazio, né tempo, semplicemente eterno ed infinito. Parlandone in questi termini potrebbe sembrare simile alla dimensione accessibile dal nucleo della Terra, ma sono in realtà due cose complementari: le due parti della Super-Coscienza. Quando definisco il sole maschile intendo che la sua energia è penetrante, ossia viene irradiata ed illumina i pianeti, ma cosa più importante che si tratta di pura coscienza universale. La luce della Terra è invece offuscata dalla forma, dal manto denso e materiale sul quale viviamo, mentre in quel centro si trova la pura Vita che sulla superficie gioca a prendere e trascendere le forme. Questi due elementi esistono da prima del tempo in quanto eterni e prima dello spazio in quanto illimitati, ma noi non riusciamo a percepirli come tali - e ne vediamo i confini - a causa della nostra limitata prospettiva. Per comprendere com’è possibile quanto affermato, ossia che il Sole non abbia confini reali, ma attribuitigli dalla nostra Mente, è possibile paragonare il nostro punto di vista a quello di un personaggio bidimensionale, disegnato su un foglio, che osserva un oggetto tridimensionale sopra di lui. Se tale oggetto fosse sferico, dalla sua prospettiva il protagonista vedrebbe solo un cerchio, se invece fosse cubico lo percepirebbe come quadrato, mentre una piramide di lato gli apparirebbe come un triangolo: questo è il limite della sua prospettiva bidimensionale, come il nostro è vedere il Sole e le altre stelle come palle di fuoco. Ovviamente non ci è possibile fare esperienza della dimensione oltre il Sole con il Corpo o conoscerla razionalmente, ma questi non sono gli unici strumenti che abbiamo per conoscere la realtà, bensì ne abbiamo tanti quanti sono i Corpi Sottili. Come vedremo nel capitolo successivo, noi siamo composti da tutte le vibrazioni dell’esistenza o per essere più precisi, fuori dall’illusione noi siamo l’esistenza! L’intero gioco ha avuto inizio nel momento in cui la Super-Coscienza ha osservato se stessa, creando quindi divisione tra il testimone cosciente e l’osservato energetico. In quel momento l’energia ha iniziato ad addensarsi, sperimentando le basse frequenze e le varie forme, al cui centro esiste ancora allo stato puro per animarle. Questa energia è in constante movimento e fa esperienza di tutte quelle prospettive che intercorrono tra la Materia e l’apice della Super-Coscienza, esattamente come Kundalini si muove tra il primo ed il settimo Chakra. Lo Shivalismo Kasmiro, la più antica Visione che include le mappe dei Chakra e dei Corpi Sottili, dice infatti che Kundalini è l’aspetto individuale della Shakti, la Madre Cosmica, pura energia o Anima Suprema. Ciò equivale a dire che Kundalini è la vita che scorre dentro di noi, facendo esperienza delle varie forme e frequenze, fino a fondersi con quello che i praticanti dello Shivalismo chiamano Shiva, ossia il padre cosmico o Super-Coscienza Maschile. Da quella fusione nasce la perfezione divina, o per essere più precisa dovrei dire si “torna” a quello stato primordiale, che in realtà non si era mai perso se non virtualmente. Infatti, il Gioco è sempre vissuto all’interno della realtà, così come il tempo esiste nell’eterno e l’esperienza dell’individualità dell’onda avviene dentro l’oceano. La metafora dell’onda è infatti molto spesso usata in oriente, dai Maestri, per descrivere la nostra esperienza nell’Universo delle forme: come onde assumiamo una forma, che cresce sempre di più fino ad infrangersi ed a quel punto accade la trascendenza. Essa può avvenire in modo naturale, nell’estasi divina, o con il dolore della resistenza provocato dall’identificazione con quella forma, che ci porta a credere di perdere noi stessi insieme ad essa. Per contro, trovare il senso dell’essere oltre la Mente, gli schemi ed i ruoli, equi-vale a togliersi i paraocchi e vedere la realtà: noi siamo il cosmo. Le due parti della Super-Coscienza sono i progenitori dell’Universo materiale e questo è innegabile, in quanto nessuno scienziato può dimostrare che possa esistere la vita in un pianeta non illuminato da una stella, né in una stella senza l’energia madre di un pianeta. Il frutto di queste energie è l’uomo, che realizzandole in sé stesso può vivere ciò che si trova oltre il tempo, lo spazio e gli altri limiti della Mente: l’eterno apice della Super-Coscienza. Con questo non voglio demonizzare la Mente Schematica, ma essa è solo uno strumento tra i molti che possediamo, una frequenza più densa dell’infinito, di conseguenza volerla usare per comprendere la Super-Coscienza è come tentare di misurare il volume di un solido con un termometro. Per sperimentare l’Universo nella sua essenza reale è indispensabile quindi innalzare la propria energia vitale sopra le mutevoli frequenze intermedie, purificando ognuna di esse fino a raggiungere la Super-Coscienza Maschile, lo Spirito Cosmico e privo di identificazione. A quel punto avverrà spontaneamente la fusione, allo stesso modo in cui l’onda torna a far parte dell’oceano, realizzando se stessi come Universo Super-Cosciente.