Dialoghi di Ambra con Dario Currado - Prima parte

Dario Currado è un amico e collaboratore, studente di Filosofia all'università di Torino, creatore del blog "La filosofia dell'Uno e diari vari" che siete invitati a visitare.
.
Introduzione di Ambra Guerrucci: Fin da piccola mi sono sentita "diversa", come un pesce fuor d'acqua, e non condividevo le mie riflessioni con gli altri, sentendoli molto lontani dal mio pensiero. Penso che solo quando si comprende che in realtà non sappiamo niente possiamo intraprendere un percorso di scoperta della realtà, altrimenti i condizionamenti vengono proiettati sulla realtà stessa, impedendoci di vedere l‘oggettività delle cose. In età infantile avevo contatti con delle entità, che fino all’età di 3 anni sembrava vedessero anche alcuni miei compagni d’asilo. Non ne parlavo con le persone, anzi davo candidamente per scontato che tutti li vedessero, pensavo fosse normale e non mi soffermavo a ribadire ciò che ritenevo ovvio. Più tardi mi capitò di conversare con un amica che entrò spontaneamente in discorsi riguardanti gli spiriti e credendo di potermi fidare di lei gli confidai che li vedevo, ma venni derisa e per me fu una grandissima delusione. Da quel momento pensai che quelle che vedevo non fossero altro che entità immaginarie e le cacciai "archiviando il caso", almeno fino al momento in cui non ebbi la fortuna di conoscere Federico, di incontrarlo per parlargli dei miei studi. Da allora ho scoperto che le cose che raccontava mia nonna da ben 20 anni, sui rapimenti alieni, non erano frutto di follia, così come le creature che vedo non sono immaginarie. Le entità con cui sono in contatto non sono però le stesse dei rapimenti, sono altri che di recente anche Federico ha iniziato a conoscere; quindi mi ha proposto di scrivere articoli per il suo blog in cui parlavo della mia esperienza e così è iniziato il mio ‘lavoro’ di divulgazione. 
.
Dario Currado: Che tipo di creature? Gli uomini primi?
Ambra Guerrucci: No, quelli che noi conosciamo con il termine uomini primi sono formati solamente di corpo (alcuni), da Spirito Materiale ( che io chiamo corpo della personalità o ego) e Mente Duale, mentre quelli che conosco da sempre hanno una composizione monadica più simile alla nostra, anche se molti hanno già purificato le energie grezze, cioè Corpo Emotivo, della Personalità e Mentale Duale, sublimandole rispettivamente nell'Anima Madre ( o Anima Mundi), nel corpo Super Spirituale (quelli che Federico chiama Atoniani) e Mente Neutra. La cosa è abbastanza complicata da spiegare in poche parole, ma in sostanza le entità con cui vengo in contatto non hanno spesso incontri con l'uomo, non conducono rapimenti, non fanno operazioni sulle persone se non autorizzati dalla Monade della persona stessa, e solitamente vengono a trovarmi tramite una sorta di viaggio spirituale, è molto raro che usino astronavi per viaggiare. Comprendo che tutto questo può sembrare assurdo alla maggior parte delle persone, ma io non chiedo a nessuno di credermi, solo di prendere come ipotesi ciò che dico.
.
Dario Currado: Gli Antoniani? Si Bellini ne aveva parlato, aveva detto che rispetto alle due fazioni di alieni, questi sembrano essere una cosa a sé e che alla fine dovevano essere gli unici che volevano seguire quello che chiama "il piano originario".
Ambra Guerrucci: Già, ed abbiamo recentemente scoperto che ognuno di noi ha dentro di sé un Atoniano, si tratta del Super-Spirito, il corpo sottile in cui viene sublimato l'ego. Quando si pratica da molto l'auto-osservazione è possibile vedere noi stessi da un'altra prospettiva, come se non fossimo più coinvolti, ed è ciò che in oriente si chiama "il testimone", praticamente l'espansione di coscienza nel proprio Super Spirito Atoniano. Gli alieni che conducono rapimenti non hanno dentro di sè un Super Spirito, sono animali a cui è stato dato un ego e una Mente Duale, mentre noi e quelli che chiamiamo "Uomini Originali" siamo portatori della Coscienza Solare.
.
Dario Currado: Per l'auto-osservazione si intende la meditazione? E da molto si intende da anni? Quando dici noi intendi anche i vari Animici? I non Animici invece non hanno Super Spirito?
Ambra Guerrucci: Con auto-osservazione intendo lo stato meditativo raggiungibile nella quotidianità, cioè un ampliamento della consapevolezza che ci permette di osservare noi stessi e gli altri oggettivamente, da prospettive più ampie. Il mio "molto" è soggettivo: qualcuno ha bisogno di anni prima di notare cambiamenti, mentre ad altri basta qualche mese per vedere la situazione sbloccarsi. Per me l'osservazione è diventata uno stile di vita, un qualcosa in cui cerco di impegnarmi costantemente, e quando si riesce a vivere in profondità ogni attimo si passa naturalmente ad un altro stato di coscienza. Con "noi" intendo gli uomini che abitano sulla terra, mentre il discorso animici e non animici è complesso ed in parte diverso da ciò che è stato detto in questi ultimi anni. Alla luce delle nuove scoperte abbiamo dovuto rivoluzionare le nostre ricerche e prendere atto dell'enorme complessità interiore del genere umano. Ogni essere umano racchiude in se molti "corpi sottili" -Ache non sono altro che vibrazioni di un unico "coro"- tra cui si distinguono due tipi di Anime ( Corpo Emotivo e Corpo Animico), ma che spesso rimangono solo in forma di seme, senza mai sbocciare. Invero possiamo affermare che non esistano uomini terrestri "non Animici", ma solo uomini che non hanno la coscienza espansa fino all'Anima, quindi il collegamento con essa rimane inibito. Il discorso è assai complesso, non può essere liquidato in poche righe, ma spero di essere stata il più chiara possibile.
.
Dario Currado: In pratica tutte le differenze che prima vi erano ora non ci sono più, si può dire che siamo tutti uomini anche interiormente uguali, solo alcuni non hanno sviluppato questa Anima ed è rimasta in qualche modo in "potenza". Per quanto riguarda l'osservazione oggettiva si intende un'osservazione senza giudicare l'altra persona, guardarla per quello che è?
Ambra Guerrucci: Certo, perché ogni giudizio deriva da una prospettiva soggettiva, hai centrato il punto. Tu che cosa ne pensi?
.
Dario Currado: Diciamo che io sono interessato a cambiare e a cercare me stesso, ma al momento pratico solo la meditazione la sera, so più o meno aprire i miei vortici di energia, ma nulla di tanto più. L'ultima cosa che ho notato, assieme ad un altra persona, il quale prima di me se ne era accorto, è che il corpo durante la meditazione si riscalda improvvisamente, però non ho ancora capito come ci riesca e da dove venga questo calore interno.
Ambra Guerrucci: Molto interessante. Ci sono molte cose particolari che possono accadere durante la meditazione, tutte legate a dinamiche energetiche più o meno sconosciute. Il calore è un elemento che ricorre spesso, in genere legato all'espansione di coscienza nei corpi sottili superiori a quelli che utilizziamo quotidianamente.
.
Dario Currado: Ritornando sulla questione, potrebbe capitarmi di avere esperienza della mia anima? Una volta Bellini descriveva un tipo di meditazione in cui non si doveva far altro che cercare un punto di luce chiudendo gli occhi e poi espandere questa luce; ora devo dire che una volta mi è capitato, quando non riuscivo a dormire, ho chiuso gli occhi e mi è apparsa una luce che sembrava venire dall'interno di me stesso, la luce poi è scomparsa perché devo essermi fatto prendere dalla paura. Solo anni dopo ho letto questo tipo di meditazione con la luce e mi sono chiesto se c’entrava qualcosa. La luce scommetto che ha a che fare con l'Anima, ma come si fa in altra maniera ad arrivare a questa luce?
Ambra Guerrucci: Hai avuto una bellissima esperienza! A parer mio si, hai avuto la percezione visiva della tua Anima, ma la sicurezza puoi averla soltanto tu, l'unica cosa che posso dirti è di fidarti del tuo sentire. Ci sono principalmente due modi per arrivare a questa luce: uno è attraverso la visualizzazione ( a tal proposito ho scritto nel blog una meditazione chiamata lo specchio dell'Anima), e l'altro consiste nell'espansione di coscienza, capace di donarci una nuova percezione del mondo. Il mezzo per entrare in contatto con la propria anima è, in sostanza, la meditazione; tramite la visualizzazione si instaura un contatto che si evolve nel tempo, fino a donarci l'espansione come esperienza finale, cioè la totale identificazione con l'Anima e trascendenza del mondo materiale. Espandersi direttamente nell'Anima, senza visualizzazioni, è più difficile per alcune persone, ma si tratta della via più diretta. In questo caso si deve partire con una pratica quotidiana di osservazione senza giudizio di tutto ciò che ci accade, allo scopo di ottenere una disidentificazione dal nostro ego; ciò può essere integrato con meditazioni statiche che sfruttano la nostra capacità di sentire, una specie di cinestesia non fisica. Si può iniziare sentendo il nostro corpo, i nostri muscoli, e qualsiasi informazione affiora alla nostra consapevolezza, per poi cercare di espandere questo sentire sempre di più. Così facendo ad un certo punto scatta qualcosa, generalmente all'improvviso, e ci si ritrova "catapultati" in un nuovo stato di coscienza.
.
Dario Currado: Per visualizzazione si intende immaginazione o altro?
Ambra Guerrucci: Si parte dall'immaginazione, ma la visione poi si evolve naturalmente, al punto che anche se si volesse cambiare ciò che si vede non ci riusciremmo.
.
Dario Currado: Per esempio prima penso allo specchio, devo tenere fissa questa immagine con gli occhi chiusi e poi aspettare che l'immagine si evolva in qualche modo, quindi si modificherà e dovrà rimanere poi tale quale è. Forse il mio problema sta nel tenere fissa a lungo la stessa immagine.
Ambra Guerrucci: Beh non deve essere una cosa seria, la vita stessa è un gioco, quindi non si deve essere troppo fiscali... Ciò che ho imparato con l'esperienza è che ci si deve semplicemente lasciare andare, senza aspettative, ed accettare qualsiasi cosa arrivi. Molti hanno la tua stessa difficoltà, oppure anche problemi di altro genere, come tenere gli occhi chiusi a lungo, formicolii vari che possono dare fastidio, ma l'importante è prenderlo come un gioco e quindi divertirsi, riuscendo a stare bene. Se partiamo dicendo "devo tenere la stessa immagine fissa", ciò, diventa fonte di ansia. Invece potresti provare a iniziare vedendo lo specchio e se non riesci a tenere l'immagine va bene comunque, lascia che le cose si evolvano naturalmente, cercando di restare semplicemente testimone di ciò che accade.
.
Dario Currado: Compreso, forse quello che conviene fare è tentare e ritentare, anzi meglio sarebbe eliminare l'"Io devo" per sostituirlo con l'"Io voglio". Per esempio nel caso dell'amore per la vita, mi rendevo conto che impormelo non serviva a niente, infatti voleva solo dire: mi costringo ad amarla perché non ho altra scelta, mentre probabilmente doveva essere una scelta spontanea quella dell'amore per la vita.
Ambra Guerrucci: Giustissimo! Imporsi di amare la vita, così come qualsiasi altra cosa, è soltanto un condizionamento. Molti arrivano addirittura a ripeterselo tipo mantra, creandosi una sorta di auto-ipnosi, che però alla prima occasione crolla. L'unica cosa che secondo me si può fare è accettare le cose così come sono, accettare noi stessi, e ciò non significa arrendersi, ma rispettarsi, con la consapevolezza che non dobbiamo reprimerci e nemmeno fermarci lì, perché queste condizioni sono solo una tappa di un grande percorso.
.
Dario Currado: C'è solo un problema che nasce da questo accettare quello che accade, è che poi sembra che venga meno la nostra libertà di essere quello che vogliamo, il problema che nasce dall'ammissione della libertà dell'individuo e poi il suo accattare un destino non voluto da lui. Perché accettando la vita com'è, è come se mi vedessi la mia libertà limitata. Io pensavo più all'idea di vivere la vita girono per giorno, ma che poi in qualche modo si aprissero delle porte nella vita per poter modificare la vita stessa o cambiare almeno la direzione.
Ambra Guerrucci: Certo, ma quello che mi stai dicendo è un livello ancora superiore all'accettazione. L'accettazione non è l'arrivo, è proprio il vivere totalmente momento per momento cercando di trarre il massimo da ogni istante, senza crucciarsi se non è ciò che ci aspettavamo. Fino a quando abbiamo aspettative siamo infelici, non riusciamo a godere di ciò che ci accade in ogni istante, ma quando accettiamo le cose così come sono, senza cercare di cambiarle, nasce spontaneamente una gioia di gran lunga più appagante di quella derivante dalla soddisfazione delle aspettative; quent’ultima io non la chiamo gioia, ma felicità, ed è molto più fragile della vera gioia perché all’insorgere di nuove aspettative svanisce. Molti pensano che accettare sia sinonimo di arrendersi, o di presumere che siamo già perfetti, ma per come la vedo io l’accettazione è tutt’altra faccenda. Quando ci arrendiamo tendiamo a giudicarci, a stare male, mentre con l’accettazione avviene l’integrazione e quindi sorge una gioia incondizionata. Il passo superiore è riprenderci la nostra libertà personale, ma come? Dato che responsabilità e potere sono due cose inscindibili, l'unico modo per riprenderci la nostra libertà e cambiare ciò che non ci piace è prendersene la responsabilità. Noi creiamo in continuazione la nostra vita attraverso i nostri pensieri e le nostre emozioni, dato che i primi influenzano le seconde. È importante comprendere il nostro ruolo di creatori, e come ogni scelta che facciamo, sia essa fatta con consapevolezza o totale automatismo, crea una reazione. Ogni effetto che vediamo è stato prodotto da una causa, ed in un modo o nell'altro noi abbiamo contribuito. Il mondo in realtà non è un qualcosa di sconnesso da noi, se riusciamo a percepirlo è perché si trova all'interno della nostra coscienza, e quindi è solo lo specchio degli individui. Cercare di cambiare le cose partendo dallo specchio è fondamentalmente inutile, in quanto può cambiare l'apparenza ma non la sostanza. Ad esempio il sistema in cui viviamo è una schiavitù mascherata da democrazia (oligarchia)... Siamo sempre stati schiavi, e sempre abbiamo fatto rivoluzioni per cambiare le cose, ma abbiamo miseramente fallito e ciò è una normale conseguenza dell'agire sul riflesso, non sulla realtà. Abbiamo cambiato le condizioni esterne, quindi l'apparenza, ma dentro di noi siamo ancora schiavi della Mente, e fino a che sarà così non potremo che essere schiavi anche fuori. Se vogliamo cambiare le cose dobbiamo, in sintesi, assumercene la responsabilità e partire da noi stessi. Spero di essermi spiegata bene, anche se su questo argomento ci sarebbe ancora moltissimo da dire!