("Il carnevale di Arlecchino" di Joan Miró)
Come abbiamo spiegato, nel precedente capitolo, la Mente non è altro che un bio-computer agganciato a una vasta rete di forme pensiero: la Mente Collettiva che influenza continuamente il pensiero degli individui, attraverso una serie di agglomerati sincronici di pensiero, mantiene le menti dell’intera umanità collegate tra loro. Non è semplice comprendere le dinamiche per la quale siamo influenzati dalle forme pensiero collettive, poiché da paese a paese cambia la forza di queste e la reazione delle persone. Ogni egregora collettiva influenzerà in modo diverso ciascun individuo: taluni accetteranno in modo incondizionato ogni forma pensiero, alcuni cercheranno di modificarle ed altri ancora le negheranno, adottando idee opposte ma ognuno, che sia a favore o contro, ne verrà influenzato. Qui sorge la questione della predisposizione ad alcune forme pensiero piuttosto che ad altre. Ognuno si muove all’interno del medesimo oceano di attività mentale, ma ogni gruppo di persone è più portato a sintonizzarsi su un certo tipo di pensieri collettivi, senza essere influenzato da altri. Questo è logico, altrimenti tutti avremmo le stesse idee, ma con che criterio “adottiamo” le forme pensiero? L’educazione, la cultura ed il tipo di condizionamenti che ci hanno imposto fin dall’infanzia, giocano un ruolo determinante in questo. Le forme pensiero che regolano le idee e convinzioni a cui i nostri genitori, gli amici, gli altri membri della società con cui siamo in contatto, danno valore, si cristallizzano nel Corpo Mentale Inferiore, ricevendo molta energia. Così la persona arriverà a credere che le sue idee siano una sua proprietà, difendendole come giuste; sarà attratta da persone che le condividono e “respinta” da gente con idee contrarie. Le forme pensiero collettive predominano su gruppi diversi di individui più o meno grandi, e su parti lontane del globo: alcune, come quelle associate alla religione, alla democrazia, saranno molto forti e diffuse in vari continenti, altre, ad esempio i costumi tribali di alcune popolazioni, si limiteranno a piccole comunità. Non è solo la struttura e grandezza delle forme pensiero a variare, ma anche la durata: quelle riguardanti strutture sociali e morali fondamentali o la religione, possono durare migliaia di anni, mentre le forme pensiero riguardanti le manie e le mode durano spesso pochi decenni. Il pericolo delle forme pensiero è che moltissimi individui sono inconsapevoli del fatto che le loro menti vengono da esse influenzate, e questa mancanza di consapevolezza rende la gente vulnerabile al controllo mentale globale. La forma più estesa e meno conosciuta di manipolazione, deriva proprio dalla Mente Collettiva Negativa che ha assunto le sembianze di un vero e proprio essere demiurgico, il quale non solo condiziona noi terrestri, ma si serve anche di svariate entità per bloccare il risveglio delle persone. Tali entità contribuiscono a dare energia al collettivo negativo, attraverso pensieri limitanti e non veritieri da un punto di vista elevato, come quelli dualistici, di odio o idee dogmatiche che ci impediscono di cercare la verità dentro di noi. La figura del Demiurgo Oscuro, che noi identifichiamo con la Mente Collettiva Negativa, attraverso i secoli è stata interpretata come una entità intermedia che sta tra l’intelletto divino e il mondo, ovvero, un essere mediatore tra lo Spirito e la Materia, intendendolo talora come una divinità malvagia. Nella filosofia classica, assume il compito di intelligenza che organizza la Materia già esistente attraverso le idee, pertanto, plasma le stesse affinché raggiunga i suoi obbiettivi nello scacchiere cosmico. Chiunque abbia una Mente Duale (noi terrestri, le civiltà extraterrestri, etc.), è una pedina del Gioco Cosmico, un grande scacchiere, i cui protagonisti sono due concetti filosofici che l’esoterista francese Guénon aveva identificato con: il Perfetto(Demiurgo Luminoso o Mente Collettiva Positiva) e l’Imperfetto (Demiurgo Oscuro o Mente Collettiva Negativa). In tale gioco queste figure si oppongo rappresentando il positivo contro il negativo, ovvero, l’eterna lotta tra il bene e il male che si concluderà quando l’Uomo si sconnetterà dall’influenza di entrambi per trasmutare la Mente Duale (Bene e Male) in Mente Superiore (Perfezione Suprema). Non c’è niente di fondamentalmente sbagliato nel Corpo Mentale Inferiore, essendo soltanto materia grezza da purificare, la sua finalità è quella di ricevere e immagazzinare forme pensiero, ma la difficoltà è che spesso funziona in modo iperattivo e, non conoscendo i meccanismi del processo mentale, molte persone rimangono schiave di idee collettive che limitano la percezione del mondo. Dal punto di vista metafisico, il Corpo Mentale Inferiore è un velo che filtra la realtà per come la percepiamo e le molte forme pensiero, che influenzano inconsciamente la nostra attività mentale, assorbono molta più energia di quanta necessiti a un processo di pensiero efficace. Ciò si traduce in un’iperattività mentale cronica, che priva gli altri Corpi Sottili di energia vitale. Liberarsi dell’iperattività mentale, essendo capaci di utilizzare la razionalità soltanto quando serve e pensare veramente indipendentemente dalle forme pensiero collettive, è uno dei passi più importanti per la crescita della coscienza umana. Per fare ciò è fondamentale comprendere i processi del pensiero, la loro natura intrinseca, e si inizia così a sperimentare un espansione della libertà personale. La comprensione che i pensieri che crediamo nostri generalmente sono influenzati dalla Mente Collettiva, crea immediatamente una distanza da essa, portandoci finalmente a pensare con la nostra Mente e ad essere individui nel vero senso del termine. Per prendere coscienza di tutto questo, liberarsi veramente dai meccanismi mentali, dall’iperattività, non c’è mezzo migliore dell’auto-osservazione: osservare i propri pensieri così da renderci conto delle dinamiche che li muovono, prenderne distanza ed imparare a controllarli, pensando solo quando lo vogliamo e sublimando, così, la Mente Duale in quella Superiore.